Il juke-box è un apparecchio capace di riprodurre i suoni in maniera automatica. Diffuso soprattutto nei bar, nei caffè, nelle sale da ballo e in altri luoghi di intrattenimento, è costituito da un mobile che contiene un giradischi, un amplificatore del suono e uno o più altoparlanti. L'introduzione di una moneta mette in movimento un dispositivo meccanico: il disco, precedentemente scelto attraverso un selettore posto all'esterno del mobile, viene disposto su un piatto da un braccetto; questo aziona poi un braccio porta pick-up, che, funzionando da fonorivelatore, consente di ascoltare i suoni incisi sul disco.
Il suo nome nasce dall'unione di due parole: un termine dialettale di origine africana, juke o jook, con cui negli Stati Uniti meridionali si indicavano, in tono spregiativo, le "bettole" e i luoghi da ballo frequentati dai neri (secondo alcuni il significato originario della parola è appunto "danzare"); e il termine inglese box, che significa "scatola".
Per rintracciare le origini del juke-box bisogna risalire al 1877, quando l'inventore statunitense Thomas A. Edison (1847-1931), lavorando a un microfono telefonico, escogitò e brevettò il prototipo del fonorivelatore. Edison aveva scoperto che facendo ruotare velocemente un disco con incisi punti e linee e poggiandovi sopra una sbarretta a molla si poteva ascoltare un motivo musicale. Egli costruì un apparecchio basato su questo principio, il fonografo, che al posto del disco aveva un cilindro ruotante ricoperto di carta stagnola. Questo strumento consisteva in un imbuto al fondo del quale era disposta una membrana che azionava direttamente una punta di registrazione. Quest'ultima, strisciando sopra il cilindro ricoperto di carta stagnola, registrava le vibrazioni sonore incidendo un solco più o meno profondo sulla carta. Finita la registrazione, il cilindro veniva riportato nella posizione primitiva e la punta, ripercorrendo il solco, riproduceva il suono originale. Con questo apparecchio, nel 1877 Edison incise la storica frase Mary had a little lamb, titolo di una tradizionale canzone americana. Nasceva così l'epoca della registrazione e riproduzione dei suoni.
Dieci anni dopo, nel 1887, Emile Berliner (1861-1929), un inventore tedesco emigrato negli Stati Uniti, perfezionò il fonografo di Edison e chiese il brevetto per un apparecchio, il grammofono, che riproduceva suoni registrati su disco. Con Berliner nasceva così anche il primo disco fonografico. La sua invenzione consisteva in un cerchio di metallo ricoperto di cera e mosso da un piatto azionato a manovella. A differenza del cilindro di carta stagnola di Edison, il disco di Berliner si prestava a essere duplicato rapidamente in un numero illimitato di copie. Il 16 maggio 1888 Berliner presentò l'invenzione all'Istituto Franklin di Philadelphia e dal 1894 cominciò a costruire grammofoni e dischi.
Successivamente il grammofono fu utilizzato solo per la riproduzione del suono, mentre per la registrazione vennero sviluppate apparecchiature speciali.
I primi grammofoni meccanici comprendevano essenzialmente un piatto portadischi azionato manualmente da una manovella, un fonorivelatore meccanico con una puntina di acciaio e un diffusore a tromba. Poi, con il passare degli anni, i grammofoni subirono numerosi perfezionamenti tra cui l'applicazione di un fonorivelatore elettrico, l'introduzione di un amplificatore elettrico tra il fonorivelatore e il diffusore, la sostituzione della tromba acustica con l'altoparlante e la sostituzione della manovella prima con un motore a molla e poi con un motore elettrico.
Nel 1889 Louis Glass realizz├▓ un fonografo a gettone, il vero antenato del juke-box, installato per la prima volta dall'inventore americano al Palais Royal Saloon di San Francisco il 23 novembre dello stesso anno. L'apparecchio era un juke-box "monoselezione": attraverso dei ricevitori collegati con alcuni tubi al fonografo, quattro persone potevano ascoltare un solo motivo inciso sul cilindro della macchina. L'invenzione ebbe comunque un immediato successo commerciale, tanto che il primo giorno la macchina incass├▓ 15 dollari, una somma di un certo rilievo per quegli anni.
Nel 1906 la ditta americana John Gabel Company introdusse l'Automatic Entertainer, una macchina sempre azionata a moneta ma che al posto del cilindro utilizzava i dischi di Berliner, offrendo così al pubblico la scelta di motivi diversi.
Il juke-box come noi oggi lo conosciamo entrò in commercio nel 1927, quando la società americana Automated Musical Instrument Co. (AMI) di Grand Rapids, nel Michigan, mise in vendita il primo apparecchio dotato di amplificatore elettronico. Questo apparecchio sarebbe stato via via perfezionato da vari costruttori e avrebbe raggiunto l'apice della popolarità verso la fine degli anni Trenta: nel 1939 erano ormai in funzione negli Stati Uniti 350.000 juke-box che consumavano 13 milioni di dischi all'anno.
Quasi cinquant'anni dopo, agli inizi degli anni Ottanta, l'avvento dei dischi di nuova generazione digitali avrebbe rivoluzionato il mercato mondiale della riproduzione sonora e della musica. Anche il juke-box si sarebbe adeguato alle nuove esigenze tecnologiche: il disco fonografico di vinile sarebbe uscito di scena, lasciando il posto al compact disc; e il fonorivelatore elettromeccanico sarebbe stato sostituito da un lettore laser .
